Viaggiare per vivere un’avventura, ogni volta.

Viaggiare non è solo uno spostamento fisico da un luogo all’altro. Per chi ha  fatto del viaggio una passione, una professione e una costante ricerca di  avventura, ogni destinazione diventa parte di un percorso di scoperta  personale. Luca, che ha vissuto numerose esperienze come tour leader, ci  racconta di come il viaggio sia per lui una finestra aperta sul mondo e su nuovi  modi di vivere. 

Durante questa intervista, scopriamo non solo il suo rapporto con il viaggio, ma  anche la sua visione del ruolo di guida e creatore di esperienze. Luca non si  definisce ancora un “Travel Creator”, nonostante la sua attività sui social, ma ciò  che emerge è una passione autentica, lontana dall’inseguimento del successo  digitale a tutti i costi. È una chiacchierata sincera, dove esploriamo il suo  percorso, le sfide di essere un tour leader e il suo potenziale futuro nel mondo della creazione di contenuti di viaggio. 

 

Cosa significa per te viaggiare e perché è importante? 
Questa è la domanda più difficile. Ci sono due motivi principali che mi spingono  a viaggiare. Il primo è l’aspetto del gruppo: mi piace viaggiare con persone,  creare connessioni e condividere esperienze. Il secondo motivo, quello  principale, è la scoperta di nuove culture e modi di vivere. Viaggiare significa  ampliare le proprie vedute e vivere avventure che arricchiscono non solo la  mente, ma anche lo spirito. 

Da quanto tempo hai intrapreso la carriera come Travel Creator?
Non mi definisco ancora un Travel Creator. Viaggio da molto tempo, dal 2019 in  modo più regolare, ma non ho ancora monetizzato con questa attività. Il mio primo  vero viaggio da tour leader è stato l’anno scorso alle Cicladi e da lì è iniziata  questa nuova avventura. 

Come riesci a conciliare il tuo lavoro di digital marketing con il ruolo di tour  leader? 
Mi gestisco il tempo io, ma non è sempre facile. Durante alcuni viaggi mi capita  di dover lavorare la sera, mentre il gruppo esce a divertirsi. Tuttavia, è una  questione di organizzazione e, nonostante tutto, riesco a bilanciare entrambi gli  impegni. 

Riesci a fare viaggi personali o parti solo per lavoro? 
Sì, faccio anche viaggi personali. I grandi viaggi, come quelli di nove giorni, li  faccio con i gruppi, mentre per viaggi più piccoli parto da solo, con amici o con  la mia compagna. Questi ultimi non li considero lavoro ma, semplicemente, viaggi di piacere.

A livello di community, c’è qualcuno che ti scrive per chiederti consigli sui  viaggi? 
Sì, capita spesso che le persone mi scrivano per chiedere consigli, anche se non partecipano direttamente ai miei viaggi. Molti partecipanti, prima di  iscriversi, controllano il profilo social del coordinatore per capire meglio chi è e come lavora. È una forma di monetizzazione indiretta perché la presenza online influisce sulle scelte dei partecipanti. 

C’è qualche Travel Creator che segui in particolare? 
Seguo tanti Travel Creator, a partire dai più famosi che considero punti di  riferimento nel settore travel, come ad esempio Humansafari, Italianyes,  Triptherapy e Trip.n.roll. Mi piace anche molto seguire quei creator che hanno  deciso di “vivere” in viaggio, come Filoquita e Lucafreetravel: di loro amo come  riescono a raccontare la quotidianità dei Paesi in cui restano più a lungo rispetto a chi fa un semplice viaggio. Ovviamente poi ci sono sempre nuove scoperte, soprattutto quando sono nel pieno dell’organizzazione di un viaggio come, ad esempio, Labiondadelnepal, che mi ha aiutato tantissimo a trovare  qualche chicca per il mio viaggio a Kathmandu. 

Hai mai creato delle guide di viaggio o ti piacerebbe farlo in futuro?
Quando organizzo un viaggio, di fatto creo una guida per i partecipanti, anche  se non è una guida ufficiale. Mi piacerebbe strutturare meglio questo aspetto ma per ora lo faccio in modo amatoriale. Con la piattaforma Onderò, che  permette di creare e vendere guide, potrebbe essere interessante esplorare questa possibilità. 

 

Il tuo prossimo viaggio? 
In ottobre andrò in Marocco, ma sto ancora valutando dove andare per  Capodanno. Le Filippine sono una possibilità, ma potrei optare per qualcosa di più selvaggio, come l’Oman o l’India. 

Come affronti le differenze culturali quando visiti nuovi Paesi?
Le differenze culturali sono una delle parti più affascinanti del viaggiare. Cerco  sempre di avvicinarmi alle persone con rispetto e curiosità, senza pregiudizi.  Ogni Paese ha un suo modo di vivere e per me è importante adattarmi il più possibile al contesto in cui mi trovo. In Asia, ad esempio, il senso di ospitalità e rispetto reciproco è molto forte, mentre in altre aree del mondo, come la  Giamaica o Cuba, ho percepito un diverso approccio verso i turisti. Anche questo è parte del viaggio: comprendere le differenze e viverle senza giudizio. 

Come organizzi i tuoi contenuti social durante i viaggi? 
Le storie le pubblico in tempo reale, se possibile, ma spesso mi capita di fare un  riassunto dei giorni passati. I post veri e propri li preparo una volta tornato a casa. Per la post-produzione, uso Lightroom per le foto della macchina fotografica e Snapseed per quelle del cellulare.

Hai mai monetizzato attraverso la tua attività di Travel Creator?
No, al momento non monetizzo nulla, nemmeno attraverso i social. Quando  viaggio come tour leader ho delle agevolazioni ovviamente, ma non c’è alcun  guadagno economico. È tutto per passione. 

Se dovessi descrivere la tua filosofia di viaggio, come la definiresti?
La mia filosofia è vivere ogni viaggio come un’avventura. Non importa se si  tratta di un tour organizzato o di un viaggio personale: l’importante è immergersi completamente nella cultura e nell’esperienza, senza preconcetti. Mi piace pensare che ogni viaggio abbia qualcosa di unico da insegnare e cerco sempre di tornare a casa con nuove prospettive e ricordi indimenticabili. 

Quali consigli daresti a chi vuole intraprendere la carriera di Travel Creator?
Il primo consiglio che darei è di partire dalla passione autentica per il viaggio,  senza concentrarsi subito sui numeri o sulla monetizzazione. È importante vivere ogni esperienza appieno e condividerla in modo genuino, perché il pubblico si accorge subito se stai facendo qualcosa solo per apparire. Investi del tempo nel raccontare le tue storie in modo personale e sincero. Un’altra cosa fondamentale è avere pazienza: la crescita in questo settore non è immediata, richiede tempo e dedizione. Cerca di trovare un tuo stile unico, che ti differenzi dagli altri e usa i social non solo come vetrina, ma anche come strumento per creare connessioni e interagire con chi ti segue. Infine, sperimenta sempre nuove piattaforme e formati, come i reel o i video brevi, e  non aver paura di sbagliare: è dai tentativi che spesso nascono le idee migliori.

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