Fontana di Trevi a numero chiuso e a pagamento: ipotesi contro l’overtourism.

Il fenomeno overtourism nelle città più visitate

Il fenomeno overtourism continua a essere centrale nel pensiero di chi gestisce il turismo nelle città più visitate al mondo. Molto dipenderà dalle soluzioni che verranno proposte e attuate, fondamentali per evitare non solo di danneggiare siti e luoghi d’interesse storico e artistico, ma anche per permettere ai residenti di poter vivere nelle proprie città senza che vengano trasformate in un parco a tema.

Roma, si sa, è una delle destinazioni più affollate ed è per questo che il comune sta cominciando a proporre delle ipotesi. L’ultima riguarda l’iconica Fontana di Trevi, uno dei monumenti più famosi non solo della città, ma di tutto il mondo (è visitato da 8-12 mila persone al giorno). L’assessore al turismo propone di limitare l’accesso introducendo il numero chiuso e un biglietto, gratuito per i residenti e a pagamento per i turisti. L’obiettivo è chiaro: rendere la visita più piacevole e tranquilla rispetto al caos attuale.

Una proposta necessaria per preservare la Fontana di Trevi

I comportamenti scorretti e talvolta illegali dei turisti li conosciamo bene: da chi deturpa siti storici come il Colosseo, incidendo il proprio nome sulla pietra, a chi decide di tuffarsi in fontane dall’importanza inestimabile, come la Fontana di Trevi. La proposta per preservare questo monumento non è nuova, già l’anno scorso l’assessore Onorato aveva proposto di limitarne l’accesso, una soluzione che diventa sempre più necessaria sia perché i dati turistici a Roma sono in continuo aumento (a Ferragosto sono state contate 1,623 milioni di presenze, +5,86%) che in vista del Giubileo del 2025.

Gli stessi agenti della polizia locale che presiedono la piazza hanno dichiarato che la concentrazione di persone è talmente grande da rendere difficile una fruizione adeguata del monumento, di conseguenza spesso fonte di degrado.

Come funzionerà l’accesso al monumento

Come funzionerà, nel concreto, l’accesso limitato alla Fontana di Trevi? Secondo l’ipotesi proposta da Onorato, per arrivare al gradinato vero e proprio sarà necessaria una prenotazione nominale e l’acquisto di un biglietto di 2 euro per trenta minuti di visita. Il numero chiuso varrà solo per i turisti, mentre per i residenti non ci saranno restrizioni. La proposta introduce anche un numero massimo di accessi contemporanei alla piazza, mentre i ricavati verrebbero reinvestiti per assumere addetti al controllo dell’ingresso e dell’uscita.

I dati dimostrano che queste soluzioni, in una città come Roma, sono davvero necessarie: basti pensare che nel 2023 è stata visitata da 50 milioni di persone. Una proposta che si inserisce in un dibattito molto più ampio che interessa tante altre città europee e che riguarda un tema discusso anche dall’UNESCO, ossia il problema del ‘selfie tourism‘ di cui la stessa Fontana di Trevi è vittima.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura definisce il fenomeno come “la tendenza dei viaggiatori a visitare destinazioni principalmente per scattare e condividere foto di se stessi, spesso con monumenti iconici e paesaggi suggestivi sullo sfondo”. Questa tendenza causa sovraffollamento in zone specifiche della città, oltre che una tipologia di turismo mordi e fuggi che sacrifica l’esperienza del viaggio come opportunità di scoperta a favore del puro egocentrismo da social media.

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