Il fenomeno del “turismo dei selfie”
Negli ultimi anni, il fenomeno del “turismo dei selfie”, o “selfie-tourism”, è letteralmente esploso, tanto da spingere l’UNESCO a lanciare l’allarme: se non si interviene subito, molte delle più importanti destinazioni turistiche potrebbero subire gravi conseguenze, riporta un articolo del quotidiano inglese The Mirror. Infatti questo tipo di turismo, legato alla pratica di scattare selfie nei pressi di monumenti iconici, sta causando la progressiva degradazione di numerosi luoghi di interesse storico e culturale.
La definizione di ‘turismo dei selfie’ secondo l’UNESCO
Secondo l’UNESCO, il “turismo dei selfie” è caratterizzato dal comportamento dei turisti che scelgono le proprie mete di viaggio principalmente per scattare foto da condividere sui social media, spesso con monumenti e paesaggi iconici come sfondo. A differenza delle tradizionali foto di famiglia scattate davanti a monumenti come la Torre Eiffel, il “turismo dei selfie” nasce dal desiderio di ottenere immagini esteticamente attraenti, perfette per alimentare i propri profili Instagram.
Una tendenza che ha provocato un sovraffollamento in molte destinazioni, con effetti negativi sull’ambiente e sulle comunità locali. “Questo fenomeno ha iniziato a prendere piede con la diffusione delle piattaforme di social media, dove il contenuto visivo attraente è un fattore chiave per il coinvolgimento degli utenti”, ha dichiarato un portavoce dell’UNESCO a The Mirror. “Le persone hanno sempre scattato foto durante le vacanze, ma ora l’attenzione si è spostata dal creare ricordi al generare momenti condivisibili, spesso con l’obiettivo di ottenere ‘mi piace’ e nuovi follower”.
L’impatto negativo su ambiente e comunità locali
L’impatto del “turismo dei selfie” varia da destinazione a destinazione. Tuttavia, in molti casi, ha provocato un sovraffollamento che mette sotto pressione le infrastrutture locali, peggiorando l’esperienza complessiva dei visitatori. Inoltre, numerose mete turistiche, prima poco conosciute, sono state catapultate alla ribalta globale grazie ai social media, attirando un numero crescente di visitatori che rischiano di danneggiare l’ambiente e le comunità locali.
Secondo quanto riporta The Mirror, l’UNESCO ha anche segnalato che la ricerca della “foto perfetta” porta talvolta a comportamenti irrispettosi o dannosi, come il superamento di barriere, atti di vandalismo e persino incidenti. In alcune località, l’afflusso improvviso e massiccio di turisti ha reso difficile per le comunità locali adottare misure di protezione adeguate per gestire la folla.
Questo tipo di turismo, inoltre, rischia di compromettere la sostenibilità del settore, concentrando un numero elevato di visitatori in determinate aree e accelerando l’usura dei siti storici, dei paesaggi naturali e delle infrastrutture. “La concentrazione del traffico pedonale può accelerare il deterioramento di siti storici e paesaggi naturali, mettendo a rischio il loro futuro”, ha aggiunto il portavoce.
Le iniziative per contrastare il fenomeno
Per cercare di limitare l’impatto del “turismo dei selfie” e, più in generale, del sovra-turismo, alcune città si stanno adoperando per adottare politiche di gestione dei visitatori. Uno dei casi più noti è quello di Venezia, che ha introdotto misure per limitare l’accesso alle grandi navi da crociera nella laguna e un sistema di biglietti per i visitatori giornalieri. Anche Barcellona ha seguito un percorso simile, vietando tra l’altro l’apertura di nuovi appartamenti Airbnb.
Secondo l’UNESCO, si apprende da The Mirror, la sensibilizzazione e l’educazione giocano un ruolo cruciale nella promozione di un turismo più sostenibile. In particolare, gli influencer hanno una responsabilità significativa nel modellare le tendenze di viaggio. Educare questi individui e incoraggiarli a diffondere messaggi di rispetto verso le destinazioni può contribuire a comportamenti turistici più responsabili.
L’organizzazione sottolinea come la mancanza di rispetto per il significato culturale e storico di questi luoghi possa creare tensioni con le comunità locali, come dimostrato dalle proteste in alcune aree della Spagna. “Scattare una foto senza capire il valore del luogo è estremamente dannoso”, ha dichiarato il portavoce dell’UNESCO.
La sfida del futuro: un turismo più consapevole
L’UNESCO invita pertanto i turisti a visitare questi siti con rispetto e curiosità, prendendosi il tempo per apprezzare la cultura e il patrimonio che li circonda. È fondamentale ricordare che le azioni dei visitatori hanno un impatto non solo sulla conservazione di questi siti, ma anche sul benessere delle comunità locali.
In un’epoca in cui gran parte della vita si svolge attraverso uno schermo, il “turismo dei selfie” sembra destinato a restare. Tuttavia, promuovere una maggiore consapevolezza e una gestione responsabile delle destinazioni può contribuire a proteggere il patrimonio culturale e naturale del pianeta per le generazioni future.
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