Dai recenti restyling al ristorante gourmet, fino all’offerta wellness detox e le attività sportive per vivere il meglio della montagna, cavalcando il trend del momento: la coolcation
In fuga dal caldo, alla volta di mete temperate se non, addirittura, fredde. In estate, ma non solo. L’emergenza del surriscaldamento climatico ha accentuato la ricerca – divenuta vero lifestyle – di destinazioni dove la colonnina di mercurio è sempre a un livello medio-basso. Il trend è quello della “coolcation”, una fusione delle parole cool e vacation. Le temperature infuocate e sintomatiche di un pianeta che soffre sono divenute il male assoluto e vanno evitate come non mai in vacanza: le uniche sudate ammesse sono quelle, rigeneranti, nelle spa ad alta quota.
Una scelta di viaggio ben precisa, dunque, rincorsa dal settore dell’ospitalità di montagna, che intende sempre più offrire proposte non solo per brevi soggiorni ma anche per periodi estesi: del resto, oggi il confine tra ferie e lavoro è sempre più labile, per molte professioni sono sufficienti un cellulare e un laptop e, vuoi mettere, anziché fare pausa in un locale cucina angusto di qualche ufficio in città, è molto meglio tuffarsi in piscina o fare quattro passi a pieni polmoni. Il lusso oggi è prima di tutto questo: la libertà di vivere e lavorare dove si vuole. Un hotel che si presta ad accogliere tanto i vacanzieri tradizionali di agosto quanto i remote worker è il Granbaita Dolomites, che in questi mesi estivi sfodera il suo armamentario per garantire un break o un ambiente alternativo dove lavorare senza preoccuparsi troppo di controllare il tempo che passa, in stile “Montagna incantata”.
Il cinque stelle in mano alla famiglia Puntscher-Perathoner, nel centro di Selva di Val Gardena, ha concluso una ristrutturazione importante della parte più antica dell’hotel, ricavandone nuove suite e stanze. Ci si può perdere tra corridoi e ambienti in cui i materiali principali sono il legno, il vetro e la pietra, in grado di rievocare i boschi delle Dolomiti. Il recente rinnovamento si unisce al restyling del progetto firmato dall’architetto Rudolf Perathoner, che ha vinto il Premio In/Architettura 2020 Willis Towers Watson dell’Istituto Nazionale di Architettura, mi spiega Diana Moroder del marketing.
Gli spazi e l’offerta wellness
Nomen omen per la spa Savinela, una pianta che ricorda il ginepro, con piccoli fiori poco appariscenti, nota soprattutto per le sue foglie aghiformi e per l’uso delle sue bacche impiegate in preparazioni erboristiche e medicinali. I trattamenti possono essere inclusi in un programma che prevede attività sportive nella natura circostante. Gli ambienti superano i 2.000 metri quadrati, rivisitando con un design contemporaneo lo stile altoatesino. Mi immergo nelle acque rivitalizzate del metodo Grander, basato sull’idea che l’acqua possa essere “riarmonizzata” attraverso un processo che utilizza dispositivi speciali per influenzare le sue proprietà fisiche ed energetiche, a tutto vantaggio di chi la consuma o la utilizza. La piscina maggiore si estende verso l’esterno per ammirare le vette ed è affiancata da vasche idromassaggio, saune finlandesi, un bagno turco aromatico, la doccia di neve, l’oasi salina (con grotta e piscina), la sauna al fieno e saune private per chi desidera la massima privacy. Il grande giardino prospiciente la spa si presta per lezioni di yoga e di pilates. Tra i trattamenti proposti per rigenerarsi, il Rituale all’arnica con bagno alle rose, peeling al fieno, massaggio con oli di arnica e relax con biscotti al miele. L’hotel ha uno staff dedicato che include guide per accompagnare gli ospiti in escursioni, gite con mountain bike elettriche o percorsi fitness nei boschi.
L’executive chef Andrea Moccia firma la cucina detox e quella gourmet
L’idea di salute e benessere si declina anche a tavola, dove gli ospiti sono invitati a scoprire la cucina altoatesina rivisitata dall’executive chef Andrea Moccia, all’insegna della sostenibilità (gli imperativi sono territorialità e freschezza di materie rigorosamente locali, con una selezione certosina di piccoli produttori). La scelta è tra il menu à la carte, quello del giorno o il Vital a basso contenuto calorico, per chi non perde di vista la bilancia; la cena compresa nel trattamento di mezza pensione può dunque essere composta a piacere.
Ristorante Granbaita Gourmet
Moccia è anche la mente creativa del ristorante Granbaita Gourmet, già incluso tra i nuovi indirizzi della bucket list culinaria della Val Gardena. Aperto anche agli ospiti esterni, ha grandi vetrate, atmosfera ovattata e solo sette tavoli. I piatti sono il frutto di una continua sperimentazione, cambiano periodicamente e seguono le suggestioni delle stagioni. Le opzioni prevedono un menu à la carte e i menu degustazione Gherdeina (cinque portate) e Dolomites (sei portate), oppure ci si può affidare a quello A sorpresa, che recita “sinfonia a mano libera dello chef”, in abbinamento a vini della cantina dell’hotel (la collezione supera le 500 etichette fra altoatesine, trentine e aziende italiane e internazionali). Mi piace definire il ristorante gourmet un “laboratorio di combinazioni non scontate”, con presentazioni che vogliono stupire impiegando alambicchi per bolliti, sfere che contengono pasticcini nei loro incavi e giochi di forme e colori per impiattare magari un semplice salmerino, o più insoliti ingredienti e abbinamenti, dalla carne di renna con la camomilla ai funghi finferle ed enoki, licheni, panne di maso o contaminazioni originali che uniscono l’Alto Adige e il Giappone, come lo Schlutzkrapfen di Gyoza. Insomma, è da provare.
Granbaita Dolomites, Str. Nives 11, Selva di Val Gardena, Bolzano.
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